Iniziava con Lauda e Regazzoni un periodo di vittorie che sarebbe durato fino al 1979. Ma anche Alfa e Lancia sarebbero ritornate grandi
Nel 1974 i piloti italiani in Formula 1 erano solo due: Brambilla e Merzario. Per il Vittorio di Monza si trattava del primo anno nella serie e con una March-Cosworth 741 fece cose discrete (6º a Zelweg), alcuni incidenti ma nulla di più. Per l´Arturo di Como si trattava invece di "vendicare" il ben servito della Ferrari e venne ingaggiato da Frank Williams: terzo in griglia a Kyalami e sesto al traguardo, quarto a Monza nella giornata nera della Ferrari; questi furono gli unici punti per il fantino, pochi a dire il vero in una categoria dove forse non hai mai avuto grandi macchine e non e' mai stato consigliato bene.
Situazione diametralmente opposta per l´Alfa Romeo che aveva ereditato il testimone dalla Ferrari nel Mondiale Marche. Dopo una stagione di collaudi con il nuovo motore boxer e il telaio tubolare, la 33TT12 aveva le carte in regola per sfidare le Matra (sì, quella dei missili...), che avevano strapazzato le rosse di Maranello nel 1973. Con l´Ing. Carlo Chiti in testa, l´Autodelta allineava tre macchine e un bel gruppo di piloti esperti come Arturo Merzario, Rolf Stommelen, Andrea de Adamich, Carluccio Facetti, Carlos Reutemann, Brian Redman, Jacky Ickx e occasionalmente Mario Andretti. Tutti bravi e abili con le ruote coperte. Dopo un´inizio folgorante con una tripletta alla 1000 km di Monza e record sul giro a Le Mans nelle pre-prove d´aprile, le vetture del biscione disertarono Spa perdendo il vantaggio di 20 punti in classifica. A Imola poi, dopo pochi giri nella scia della Matra che era al comando, Merzario usciva di pista durante un doppiaggio mentre al Nurburgring il pilota comasco e Stommelen si ostacolarono a vicenda pregiudicando l'esito della gara. Decidendo anche di non andare a Le Mans, poi a Zeltweg e Watkins Glen le francesi Matra furono imprendibili; l'Alfa Romeo decise cosi' di ritirarsi dalle competizioni dopo un solo anno di partecipazione. Fortunatamente, l'anno successivo, il potenziale delle vetture visto ad inzio stagione verra' messo a frutto grazie all'intervento provvidenziale di Willy Kauhsen.
La Lancia aveva trovato nella Stratos con motore Dino-Ferrari V6 la sua arma totale. Dopo il debutto a fine 1972 in Corsica, venne sviluppata a dovere nel 1973 e 1974 presentandosi nel 1975 per vincere il Mondiale Rally: e con lei sarebbe definitivamente decollato anche Sandro Munari e tanti altri piloti di casa che trionfarono dappertutto.
Per finire un accenno alla TV: alcuni GP venivano trasmessi come il Gran Premio di Spagna, di Montecarlo, d'Austria o d'Italia, per altri bisognava sintonizzarsi sulla rete Svizzera, almeno nel nord-Italia, per vedere qualcosa di più. Nel 1975 anche la Rai si sarebbe svegliata grazie ai risultati della Ferrari. Insieme all´inseparabile amico Alberto Cotti non ne perdavamo uno, "un week-end da me e l´altro da te...", io della Ferrari, lui della Mc Laren mentre suo padre ci ricordava spesso e volentieri le gesta di Moss, Clark e Stewart... Ma invece a Monza eravamo presenti, anzi non perdevamo un appuntamento.
Nel 1975 anche davanti alla Tv ci saremmo divertiti. Grazie Poltronieri !
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