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Autodromo di Monza, il raccordo Florio.
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spacer  Ferrari, facci...mangiare ! di Romano Brusini, 31 ottobre 2001 spacer spacer
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Ferrari, facci...mangiare !
 
 

L´Italia ferrarista ormai si era abituata, prima dieci, poi venti, e domani vedremo. Mi riferisco evidentemenete agli anni bui, alla carestia, ai digiuni, ai lunghi digiuni di titoli mondiali che per un verso o per l´altro quelli di Maranello non riuscivano a portare a casa neppure fregando. E così la "Lunga notte rossa" prima di Suzuka, come l´ha battezzata la Rai con il suo special condotto dall´amico Zermiani, ci ha portato a casa un titolo. Senza voler togliere il merito a quelli di Maranello che già l´anno scorso vinsero il mondialino dei costruttori, che andrà anche bene alla Renault, alla Peugeot o alla Fiat ma non alla Ferrari, quello dei piloti è il TITOLO anche se a vincerlo è stato un tedesco. Chi se ne frega se non c´era un pilota italiano. Al costruttore la vicenda dei drivers italici non è mai andata giù: anni fa il problema erano gli incidenti mortali, poi i risultati, poi la stampa e adesso l´internazionalizzazione della marca come ama dire Montezemolo. Morale della favola: Schumacher campione del mondo alla guida di una Marlboro-Shell-Ferrari. Vi dicevo dei diguini e della lunga notte rossa; i ferraristi saranno tutti snelli e magri e con le occhiaie fino ai piedi. Qualcuno, non più giovanissimo, ricorderà la prima lunga notte rossa dei ferraristi che, grazie alla Rai, entrò in tutte le case in un´alba di ottobre del 1976.

All´epoca la televisione italiana non trasmetteva ancora tutti i GP anche perchè non aveva concorrenza sul territorio nazionale ma la tragi-commedia di Niki Lauda convinse che bisognava mandare qualcuno in Giappone (che casualità, no?) al circuito del Fuji, per vivere in diretto il duello tra James Hunt della McLaren (ancora loro...) e l´austriaco miracolato. Niki l´aveva scampata bella al Nurburgring quando fu tirato fuori incoscente dalle fiamme della sua 312 da Merzario, Edwards, Hertl e Lunger. Dopo 40 giorni ritornò in pista per il Gp d´Italia, con grande coraggio ma ancora con le ferite aperte e sanguinanti. Hunt aveva recuperato e tutto si sarebbe deciso in Giappone. Ma quel giorno, quando in Italia albeggiava, al Fuji pioveva a dirotto, pista allagata e nebbia tipo Val Padana. Era impossibile correre in quelle condizioni ma le pressioni sui piloti furono talmente forti che alla fine presero il via. La corsa di Niki durò poche tornate, poi entrò ai box e scese dalla macchina: aveva avuto paura ed ebbe il coraggio di dirlo nonostante il D.S. Audetto gli propose un´infinità di scuse per la stampa nel più classico stile di Maranello. Lauda era Campione del Mondo in carica e avrebbe ripetuto con la Ferrari nel 1977. Fu la prima lunga notte rossa davanti agli schermi, poi venne il buio pesto fino al 1990 di Prost che anche lui perse la sfida con il magico Senna con quella collisione-vendetta. Il Giappone porta sfortuna !


La musica si ripete’ nel 1998 e nel 1999. Quest´anno qualcuno non si è alzato per scaramanzia, anzi ha aperto il frigorifero e si è fatto un boccone mattutino. Non si sa mai. Era finito il digiuno. Come diceva quello striscione sulla Parabolica "Ferrari, facci sognare" adesso lo cambieranno per "Ferrari, facci mangiare". Meglio così.

La partenza del Gran Premio del Giappone a Suzuka nel 2000.
 
Niki Lauda durante il primo giro del Gran Premio del Giappone al Fuji nel 1976, poco prima del rirtiro.
 
Senna sperona volontariamente Prost poco dopo la partenza del Gran Premio del Giappone a Suzuka nel 1990.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
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