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Autodromo di Monza, il raccordo Florio.
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25 anni fa...
Anche quell´anno il mese di aprile si presentava grigio e piovoso e per noi studenti per nulla attrattivo perchè le vacanze sembravano ancora lontane. Quegli esami di latino e greco non ci volevano proprio una settimana dopo la "Mille".
Si’, la 1000 Km di Monza, per gli amanti della pista più bella del mondo era semplicemente la "Mille". Le Ford non c´erano più, neppure le Ferrari. L´Alfa Romeo era rimasta il nostro rappresentante in un Mondiale Prototipi che ormai stava perdendo il suo splendore. La squadra di Arese andava a Monza con tre sport 33TT12 per sfidare le Matra, quelle maledette vetture francesi che avevano soffiato al Cavallino rampante il mondiale del 1973. Non c´era piú neppure Cevert, il bel transalpino che ci aveva fatto ingoiare tanti bocconi amari.
L’Alfa era riuscita a richiamare dall´America il mitico Piedone Andretti per far coppia con l´Arturo di Como. Merzario aveva voglia di rivincita e usava già il cappellone da cow-boy che l´avrebbe reso famoso in tutto il mondo. Eravamo anche esaltati dal ritrovato successo in F.1 della Ferrari che la domenica prima aveva dominato al Jarama con Lauda e Regazzoni che, con un rapido cambio di gomme (da bagnato a slick), recupero' delle posizioni grazie all'utilizzo delle pistole pneumatiche che i team inglesi ancora non utilizzavano.

Adesso bisognava dare alle antipatiche Matra il ben servito. Se la memoria non mi inganna avevano sulle 670B Pescarolo, Beltoise, Larousse e forse Jarier, insomma i migliori francesi del momento. Con Beltoise io ce l´avevo ancora di traverso per quella manovra galeotta a Buenos Aires tre anni prima che causò la morte di Ignazio Giunti. Ricordandolo, ancora oggi mi vengono i brividi ma Ignazio da lassù di sicuro non è arrabiato. Le Alfa contavano, oltre che i già citati Merzario ed Andretti i piloti Stommelen, De Adamich, Facetti ed Ickx che era ancora nel nostro cuore per il suo passato ferrarista. Più o meno tutti alla pari.

Andare a Monza per un giovane di 15 anni era abbastanza semplice, c´era un autobus dell´ATM che partiva dalla stazione Centrale ogni mezz´ora, di quelli lunghi e articolati che in quel tempo erano ancora verniciati di blu scuro. Ci si metteva quasi 50 minuti ma erano più che sufficienti per stimolare gli animi, leggere la Gazzetta con i risulati delle prove e rimanere ancora all´asciutto perche’ stava piovendo a dirotto. L´autobus ti lasciava a Vedano, su sulla strada, e così terminavi sgranocchiando una cioccolata per immagazzinare energia, dato che il tragitto fino alla Parabolica era ancora lungo. La Parabolica era forse il posto migliore per noi, all´interno sulle gradinate, un prezzo non proibitivo per le nostre "mance" della domenica.
Si vedeva poco per cui bisognava fare alla svelta.
La pioggia nel frattempo incominciva ad essere più fitta e le nostre giacche a vento erano quasi inzuppate ma il rombo del warm-up ci faceva dimenticare queste piccole sofferenze. Nessuno di noi aveva ancora sentito l´urlo del 12 cilindri Alfa Romeo e a distanza non sapevamo se erano le Matra che stavano scaldando i motori, insomma l´eccitazione era già massima che non vedavamo l´ora che incominciassero a girare. Eravamo anche curiosi di vedere l´esperimento della Porsche che aveva messo un turbo a una Carrera super incattivita, quel turbo che aveva fatto furore nella Can Am e nell´Interserie. E poi le Ligier con motori Maserati, le Mirage...
Ecco finalmente che arrivano, le teste erano gia sporte verso le reti, si vede e non si vede, stava incominciando un´altra “Mille”, chi sarebbe passato per primo alla Parabolica? La macchina fotografica era già pronta... VAI ARTUROOOO !!!!

 

Una formidabile Matra in azione a Le Mans.
 
Arturo Merzario al volante della sua Alfa Romeo 33TT.
 
Carlos Reutemann e l'Alfa Romeo 33 TT.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
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