1938:
GP Italia, Nuvolari vince con l’Auto Union
di Massimo Campi
La
16° edizione del GP d’Italia va nuovamente
in scena nell’Autodromo di Monza dopo l’edizione
precedenze che era stata disputata sul Circuito dell’Ardenza
a Livorno, La gara valeva per i Campionati Italiano
ed Europeo del 1938 ed è stata disputata sul
tracciato Florio, introdotto dal conte Vincenzo Florio
nel 1930, utilizzato anche per la gara del 1935 e del
1936. Il percorso consisteva per la maggior parte nel
circuito asfaltato di 5,5 km che si collegava con l’ovale
sul rettilineo posteriore dove era stato costruita la
nuova variante con una brusca svolta a sinistra che
conduceva attraverso un breve rettilineo al circuito
ovale dove una brusca svolta a destra si dirigeva verso
la curva sud dell’ovale. Per rallentare le velocissime
vetture tedesche viene utilizzata una sola chicane,
posta poco dopo la metà della Curva Sud sul tracciato
ovale. Si trattava di un ostacolo artificiale costituito
da due curve a doppia S che portavano la lunghezza del
Tracciato Florio a 6,993 km che doveva essere percorso
60 volte, per un totale di 419,58 km. Sono 18 le vetture
iscritte alla gara, con due team ufficiali ed il resto
di scuderie e piloti privati. Il team Daimler-Benz,
gestito da Alfred Neubauer, arrivò con cinque
vetture W 154 per Rudolf Caracciola, Manfred von Brauchitsch,
Hermann Lang, Richard Seaman e il pilota di riserva
Walter Bäumer. L’Auto Union, comandata dal
team manager Karl Otto Feuereissen, è arrivata
a Monza con cinque vetture V-12 tipo D, per Tazio Nuvolari,
Hans Stuck, HP Müller e Christian Kautz, con Rudolf
Hasse come pilota di riserva.
Le Alfa Romeo da Gran
Premio erano gestite direttamente dall’Alfa Corse
del Portello che schiera a Monza le nuove vetture sovralimentate
progettate da Gioachino Colombo e Luigi Bazzi. Le monoposto
montano un otto cilindri in linea e un V-12 basato sui
motori precedenti e anche un V-16. Le 16 cilindri furono
iscritte per Nino Farina e Clemente Biondetti, mentre
a Jean-Pierre Wimille e Piero Taruffi furono assegnate
le 12 cilindri e come riserva hanno Severi. Ghersi e
Belmondo, due piloti indipendenti, sono iscritti entrambi
con Alfa Romeo otto cilindri in linea da 3 litri, mentre
la Maserati iscrive tre vetture 8 cilindri da 3 litri
di tipo 8CTF per Luigi Villoresi, Carlo Felice Trossi
e Goffredo Zehender.
Domenica 11 settembre
1938 sono circa 80.000 le persone sugli spalti monzesi
sotto un cielo azzurro con un sole caldo, dopo i giorni
di pioggia che hanno accompagnato le prove delle vetture.
Al mattino corrono le monoposto Voiturette di 1.5 litri
per disputare il Gran Premio di Milano, vinto da Emilio
Villoresi. Nel pomeriggio, dopo che vetture e piloti
hanno sfilato davanti alle tribune, sono 17 le vetture
schierate sulla griglia di partenza in ordine di tempo
di prova con la vettura più veloce a destra.
Dai tempi in prova sembra favorita la Mercedes che parte
in testa con Lang mentre Nuvolari è solo quarto
con la sua Auto Union D-Type. Al secondo giro, Caracciola
è andato in testacoda con la sua Mercedes-Benz
entrando nel rettilineo Florio, si spegne il motore
e riparte all’ultimo posto. Dopo 5 giri Tazio
Nuvolari inizia a risalire posizioni ed al nono giro
prende la testa della gara superando la Mercedes di
Lang.
Intanto iniziano i
ritiri: Belmondo con l’Alfa si ferma al 13°
giro mentre la Maserati di Zehender e Wimille scompaiono
prima del 17° giro, Kautz (Auto Union), Taruffi
(Alfa Romeo) e Seaman (Mercedes-Benz) si ritirano al
16° giro. Von Brauchitsch (Mercedes-Benz abbandona
dopo giro 20, quando Nuvolari lottava ancora con Lang
per il comando seguito dalle Auto Unions di Müller
e Stuck con Trossi (Maserati) quinto. Luigi Villoresi
(Maserati) e Lang si fermano dopo aver realizzato il
giro più veloce. La situazione al 35° giro
vede in testa le tre Auto Union di Nuvolari, Stuck e
Müller davanti alle Alfa Romeo 16 cilindri di Biondetti
e Farina, subito dopo la vettura di Caracciola davanti
all’Alfa Romeo di Ghersi. Hans Stuck si ferma
al giro 41 e Müller a quattro giri dalla fine,
lasciando solo cinque vetture in pista.
Allo scadere
dei 60 giri previsti è Tazio Nuvolari a trionfare
conquistando la prima vittoria del 1938 per l’Auto
Union, davanti all’Alfa Romeo V-16 di Farina,
Caracciola (Mercedes) con l’aiuto di Brauchitsch
arrivò terzo, l’Alfa Romeo V-16 di Biondetti
quarta e l’indipendente Ghersi (Alfa Romeo) ultimo.
La folla impazzisce per la vittoria del mantovano volante
che viene portato in trionfo per i vari festeggiamenti
del podio, nonostante abbia corso con una vettura tedesca.
di Massimo Campi
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