1928:
Louis Chiron vince il tragico Gran Premio d’Europa
con la Bugatti
di Massimo Campi
Come unico evento
riservato alla formula internazionale il Gran Premio
d’Europa di Monza fu la gara più importante
del 1928. Verrà anche ricordato come uno dei
giorni neri della pista brianzola per l’incidente
più drammatico che sia mai accaduto in una gara
automobilistica fino a quel momento. Il tutto accadde
quando la Talbot di Materassi uscì di pista a
circa 200 km/h falciando un gruppo di spettatori, uccidendo
23 persone più il pilota e ferendone gravemente
altre 35.
La Commissione Sportiva
Internazionale decise che il Gran Premio d’Europa
non sarebbe stato più aperto solo ed esclusivamente
ai costruttori ma anche ad altre vetture se avessero
avuto il benestare della casa madre. Questa decisione
avrebbe consentito finalmente la partecipazione di piloti
indipendenti che non potevano essere precedentemente
ammessi. Il Gran Premio d’Europa era previsto
in Gran Bretagna, ma gli organizzatori inglesi non erano
interessati alla gara che venne disputata a Monza il
9 settembre. Era la sesta edizione del Gran Premio d’Europa
ed anche l’ottava valida come Gran Premio d’Italia.
L’organizzazione era a cura della Commissione
Sportiva del RACI e della Società Autodromo di
Monza sotto la supervisione del Conte Vincenzo Florio
e del Cavaliere Renzo Castagneto, direttore di gara.
Sfruttando le nuove regole, le Bugatti di Louis Chiron
e Williams erano state iscritte in modo indipendente
dai loro piloti. Chiron era considerato il più
minaccioso dei piloti stranieri ed era pronosticato
come probabile vincitore. Era un pilota dallo stile
perfetto ed aveva già vinto durante la stagione
i Gran Premi di Francia, Roma e San Sebastian; fece
dipingere il radiatore e il cofano della sua auto blu
con i colori del Principato di Monaco. La Maserati fu
l’unica scuderia a iscrivere due vetture appositamente
progettate per la Formula 1928, la 26R con motore 8
cilindri da 1700 cc per Maggi e Borzacchini. Oltre ai
due c’era anche la Maserati due litri di Ernesto
Maserati e quelle dei piloti siciliani Fisauli e Piccolo.
Tutti i restanti
partecipanti erano indipendenti, come il team Talbot
del famoso pilota italiano Materassi che aveva acquistato
cinque vetture da Gran Premio. Le vetture della Scuderia
Materassi erano pilotate dallo stesso Materassi, Arcangeli,
Brilli Peri, Comotti e Brivio. Oltre a queste vetture,
c’erano 11 Bugatti , due modelli con motore 1500
cc e le altre con il due litri. Solo il pilota svizzero
Probst non aveva un’auto sovralimentata. Erano
iscritte anche due vecchie Delage con motori 12 cilindri
da 2 litri, uno con compressore e l’altro senza.
Infine c’era anche Achille Varzi con una vecchia
ma veloce Alfa Romeo P2 che aveva acquistato da Campari
dopo aver vinto la Coppa Acerbo.
Domenica 9 settembre
1928 era una giornata calda e soleggiata, il pubblico
iniziava ad arrivare sin dalle 7,30 del mattino, ed
alle 9 le tribune erano già completamente piene.
Per la gara del 1928, la linea di partenza e di arrivo
era stata posta sul rettilineo di fondo del circuito
interno, di fronte alla tribuna dei cronometristi e
davanti ai box. La modifica venne effettuata per non
avere problemi con la prima curva, visto il numero di
partecipanti. Anche per motivi di sicurezza non si voleva
che la massa compatta delle vetture si inseguisse nelle
curve del circuito stradale, preferendo la più
ampia Curva Nord dell’ovale dove i più
veloci potevano prendere un certo distacco rispetto
alle vetture più lente.
Alle 10:30 venne
data la partenza dal sottosegretario Giunta con Williams
che si porta subito al comando seguito da Nuvolari,
Borzacchini, Materassi, Brilli Peri e Varzi. La Bugatti
di Williams comanda la gara fino al quinto giro quando
si deve ritirare con il motore fuso. Nuvolari balza
la comando ma presto viene superato da Brilli Peri fino
a quando non deve rallentare per problemi alla sua vettura.
La lotta per la testa della gara è tra Nuvolari
e Varzi con Chiron che rimonta sul gruppo. Il dramma
va in scena al 18° giro quando Materassi tenta di
sorpassare Foresti con la sua Talbot che sbanda in pieno
rettilineo, finisce nel fossato che delimita la pista
ed atterra con una gigantesca nuvola di polvere tra
gli spettatori che affollavano i limiti della trincea.
Nella corsa impazzita la Talbot falciò la folla
provocando 22 morti e 36 feriti oltre a Materassi che
venne sbalzato dalla vettura. Nonostante l’incidente,
la gara non venne sospesa, il direttore di gara Renzo
Castagneto si rese subito conto della gravità
della situazione, ma un arresto improvviso della gara
avrebbe suscitato il panico e molti problemi per i soccorsi.
La squadra Talbot si ritirò in segno di lutto.
La gara perse comunque di interesse, e dopo le varie
soste ai box per i rifornimenti e sistemazioni della
meccanica, fu Louis Chiron che prese il comando della
gara sorpassando Varzi. Il pilota della Bugatti continuò
imperterrito e mantiene la posizione fino alla fine.
Al termine di 60 giri Chiron tagliò il traguardo
dopo 3h45m08.6 s ad una media di 159,898 km/h, nuovo
record per Monza. Dietro arrivò Achille Varzi
distaccato di oltre due minuti, seguito da Nuvolari
e Drouet, che erano rimasti indietro di quattro giri.
La classifica vede poi la Maserati di Maggi al quinto
posto.
Per Chiron fu una
vittoria triste, il pilota della Bugatti venne informato
dell’incidente solo dopo l’arrivo ed andò
a visitare la salma dell’amico Matereassi da Meo
Costantini, Giulio Binda e Musy. Si concluse così
il Gran Premio d’Europa 1928, con una giornata
di lutto che non sarà dimenticata.
di Massimo Campi
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