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1933: GP Italia, due gare per una giornata che finisce nel lutto

1933: GP Italia, due gare per una giornata che finisce nel lutto
di Massimo Campi

autodromo di monza gp italia 1933La giornata inizia con l’XI° Gran Premio d’Italia, il quarto grande Gran Premio internazionale dell’anno che diventerà famoso per la grande lotta tra Tazio Nuvolari, al volante Maserati 3 litri, con Fagioli e Chiron, entrambi in gara con Alfa Romeo monoposto. Il Gran Premio d’Italia, inizialmente previsto per il 25 luglio, era stato rinviato al 10 settembre a causa di vari lavori di ristrutturazione ai box e alle tribune dell’autodromo di Monza. La gara si svolse in concomitanza con il Gran Premio di Monza che era già stato programmato per lo stesso giorno. Il Gran Premio d’Italia partì alle 9:30 del mattino sul circuito di 10 km costituito dall’originario tracciato ad alta velocità di 4,5 km e dal circuito stradale di 5,5 km. La distanza di gara minima richiesta di 500 km fu quindi realizzata con 50 giri. Al pomeriggio gli spettatori potevano assistere al Gran Premio di Monza che veniva disputato solo sull’anello di Alta Velocità con la gara prevista su tre manche più la finale. L’elenco degli iscritti finale per il Gran Premio d’Italia comprendeva 26 piloti ma al via non si presentarono le nuove Bugatti ufficiali da 2,8 litri. La Scuderia Ferrari aveva iscritto Alfa Romeo Tipo B monoposto per Fagioli e Chiron mentre Eugenio Siena e Tonino Brivio dovevano guidare l’Alfa Romeo Monza da 2,6 litri. La Maserati Factory era in gara con le monoposto per Nuvolari, Zehender e Taruffi ed una biposto per Ernesto Maserati. Oltre a questi principali protagonisti al via c’erano molte auto private tra cui le Alfa di Lehoux, Moll, Sommer, Balestrero, Carlo Castelbarco, Ghersi e Pellegrini. Biondetti si è presentato con la sua normale Biondetti Special con Bugatti e motore Maserati.

Al via c'erano 19 vetture, la pista si era appena asciugata ed alle 9.30 del mattino scattarono i bolidi per la loro gara che vide la lotta, su tutti i 50 giri di pista, tra Nuvolari, Fagioli e Chiron, Taruffi. Il gruppo di testa molto presto distanziò tutti gli altri avversari e per ben 16 volte cambiò il leader della gara. Sulla linea dell’arrivo transitò per primo Luigi Fagioli su Alfa Romeo P3 che vinse la gara dopo che Nuvolari si dovette fermare a due giri dalla fine per cambiare una gomma scoppiata.

il Gran Premio d’Italia, che si svolse senza incidenti, fu stato oscurato dai tragici eventi del Gran Premio di Monza che è seguì nel pomeriggio. Per l’Autodromo brianzolo fu di nuovo una nuova giornata nera, conclusa con la scomparsa di Campari, Borzacchini e Czaykowski. Dall’inizio dello sport automobilistico non c’era mai stata una tragedia tra i grandi campioni, di tali proporzioni. Tre dei più famosi piloti d’Europa persero la vita a poche ore di distanza l’uno dall’altro quasi nello stesso punto della Curva Sud: Campari, il pilota più popolare, il massiccio, amabile Giuseppe, poi Mario-Umberto Borzacchini, il grande pilota e famoso amico di Nuvolari e infine il conte Stanislas Czaykowski, vincitore della manche 1 e detentore del record mondiale di 1 ora.

Il GP di Monza era previsto nel pomeriggio solo sulla Pista di Alta Velocità ed al via erano ammesse le auto da corsa senza limiti di peso o cilindrata. La prima batteria doveva iniziare alle 14:00 e la finale era prevista per le 17:00, in modo che intorno alle 17:35 si sarebbe dovuto determinare il vincitore del Gran Premio di Monza. Nuvolari e Siena che avevano corso il Gran Premio del mattino erano troppo stanchi per partire nel pomeriggio. Taruffi si era schiantato con la sua vettura nella gara del mattino, finendo con l’assale anteriore piegato e anche Zehender si era ritirato dalla gara del pomeriggio. Al via della prima batteria Premoli, seguito da Dritto e Trossi sono i protagonisti ma al quarto giro Czaykowski prese la testa con Trossi secondo ma la sua Duesemberg perse olio e si dovette fermare. Vinse Czaykowski seguito da Guy Moll che fece anche il giro più veloce.

Per la seconda batteria i principali protagonisti erano Campari e Borzacchini. Sulla Alfa Romeo monoposto di Campari furono rimossi i freni anteriori e montati pneumatici senza battistrada, stessa soluzione tecnica anche per la Maserati di Borzacchini. Alla sfilata dei piloti prima della partenza, Campari aveva annunciato che questa sarebbe stata la sua ultima gara prima del ritiro per intraprendere la carriera di cantante lirico.

Alla partenza ritardata della manche 2 Campari e Borzacchini presero subito il comando dirigendosi verso la Curva Nord. Seguovano a ruota Carlo Castelbarco e Barbieri, poi Balestrero, Pellegrini e “Helle-Nice”. I piloti non avevano ancora terminato il primo giro quando avvenne la tragedia. Campari e Borzacchini entrarono a tutto gas a circa 180 km/h nella Curva Sud, ma trovarono una chiazza d’olio. Le vetture schizzarono via, Campari uscì di strada, l’Alfa si ribaltò ed il pilota rimase sotto privo di vita. Borzacchini per evitare la monoposto dell’avversario uscì di strada subendo la stessa sorte. Nonostante il grave incidente, non visibile dalle tribune, la gara proseguì, vinse Balestrero, Pellegrini arrivò secondo seguito da Moll.

La terza manche partì con molto ritardo, alcuni piloti non vollero correre, ma gli 80.000 spettatori sulle tribune protestarono e dopo un ritardo di circa due ore rispetto al programma, si decise di correre la terza manche. Alla fine, tra l’irrequietezza edi fischi, si schierarono solo cinque piloti per l'inizio della terza manche. Vinse Lehoux dopo che Ghersi al comando scivolò su una macchia d’olio arrivando comunque secondo, Biondetti è terzo.

La finale partì con molto ritardo, ed è inizialmente la Maserati verde di Straight al comando, seguito da Ghersi, Lehoux e il conte Czaykowski. Dopo quattro giri Czaykowski prese la testa della gara davanti a Lehoux. Czaykowski con la sua Bugatti stabilì anche il giro più veloce a 187,935 km/h. ma all’ottavo giro fu Lehoux a transitare davanti alle tribune al primo posto, mentre mancava Czaykowski. Improvvisamente dietro il piccolo bosco a destra si poteva vedere in lontananza alla Curva Sud una colonna di fumo scuro che si alzava, che si allargava continuamente: la Bugatti di Czaykowski si era schiantata solo 50 metri più avanti lungo la sponda da dove si era verificato il primo incidente multiplo ore prima. La Bugatti sbanda, esce di strada oltre il bordo esterno, si ribalta, il pilota rimane intrappolato e la vettura prende fuoco. Ben presto si diffonde la notizia del terzo incidente e la gara viene fermata dopo solo 14 giri, senza nessun vincitore proclamato. Finisce nel dramma il 10 settembre 1933, con la scomparsa di tra grandi campioni, idoli delle folle.

di Massimo Campi
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