di
Romano Brusini
MARMOTTE - Dopo molti mesi di
collaborazione giornalistica e iconografica mi sono
reso conto che ci sono ancora certi, e per fortuna pochi,
aspetti della pista sopraelevata dei quali non abbiamo
ancora parlato. In primo luogo i lettori devono sapere
che dopo la costruzione del 1955 e il primo GP d´Italia,
alcune case automobilistiche e motociclistiche s'interessarono
all'anello per lo svolgimento di tentativi di record,
con partenza da fermo, sulle medie e lunghe distanze.
Per questo e in previsione di ciò, la Direzione
dell'Autodromo Nazionale decise di realizzare alcuni
interventi. Nel 1956 venne installato un impianto fisso
di illuminazione del bordo pista delle due curve sopraelevate
e del rettifilo est mediante una serie di "marmotte"
a filo del pavimento, completato sul rettifilo ovest
o delle tribune, con lampade montate su dei coni di
gomma. In totale vennero collocate 250 lampade alimentate
in parallelo da tre anelli per un totale di 5Kw di potenza.
I cavi di questo impianto vennero utilizzati poi in
occasione delle due spettacolari edizioni della 500
Miglia di Monza del 1957 e 1958 ma in maniera diversa;
infatti il regolamento americano prevedeva già
allora l´uso dei semafori a luci gialle per avvisare
immediatamente i concorrenti in caso di incidenti e
uscite di strada. Questi semafori vennero montati su
un fianco delle torrette di segnalazione della sopraelevata
(3 sulla curva nord, due sulla curva sud), sul rettifilo
est e ovest invece vennero sistemati su cartelli a bordo
pista con base snodabile. Se adesso ci avviciniamo alle
due curve sopraelevate e osserviamo la banda superiore
vedremo come tra il guard-rail e la prima striscia gialla
(attenzione, non quella mediana!) esistono ancora sulla
pavimentazione dei fori metallici di circa 7-10 cm dai
quali sbucavano queste "marmotte", protette da un robusto
vetro che venne ben presto preso di mira dai vandali.
Purtroppo sul rettilineo est ormai sono sparite completamente,
sommerse tanto dalla folta vegetazione esistente come
dal rifacimento del manto stradale in più occasioni.
Nel mio primo sopralluogo sulla sopraelevata nell'´anno
1972 non esistevano ormai più. Sappiamo che la
pista venne definitivamente abbandonata nel 1969 anche
se fino al 1972 si realizzarono alcuni tentativi di
record.
TORRETTE - Nel 1955 vennero
costruite due grandi torri di segnalazione sul rettifilo
principale e che ancora oggi resistono al passare del
tempo seppur con diversa funzione. Oltre a esse vennero
erette 14 torrette in ferro lungo la pista, sette sullo
stradale e sette sulla pista ad alta velocità.
Sono state tutte eliminate negli anni anche se la TV
ha approfittato spesso della loro presenza per la sistemazione
delle telecamere, visto la posizione privilegiata di
cui si godeva. Mentre quelle lungo la pista stradale
(e il rettilineo est) erano formate da una base in traliccio
di ferro, quelle sulla sopraelevata erano costruite
su una base in cemento appoggiata al profilo superiore
delle curve. Si accedeva grazie a una scala fissa nella
parte esterna delle torri che si fermava però
a 1,8 metri dal suolo. All'interno c´erano due
livelli: il primo sfruttava la base in cemento e in
esso si controllava un sistema di segnalazione manuale
che comprendeva i giri percorsi e il numero dei primi
tre concorrenti. Mediante una scaletta si accedeva al
piano superiore dal quale si dominava gran parte del
raggio della curva per la delizia dei fotografi del
tempo. Inoltre, per le comunicazioni con la Direzione
Corsa, esisteva una linea interna di telefono, posta
anch'essa nel piano superiore. Probabilmente le torrette
della pista sopraelevata vennero smantellate intorno
agli anni 80 a causa delle pessime condizioni dei pannelli
esterni, mantenendo però la struttura inferiore
in cemento ancora oggi visibile.
CHICANES - A causa delle grandi
sollecitazioni che imponevano le due curve sopraelevate
il GP d´Italia fu costretto ad abbandonare la
pista completa alla vigilia dell'edizione del 1962.
Tre anni dopo, grazie alla solerte attività di
Luigi Bertett e al gran lavoro dell'Ing. Bacciagaluppi,
Francesco Gallo e Romolo Tavoni, l´Italia ottenne
una 2ª prova del Campionato Mondiale Marche (dopo
la Targa Florio) che venne denominata "1000 KM di Monza
- Trofeo Filippo Caracciolo" e per la quale si decise
di ritornare sul circuito completo di 10 Km. Dato il
poco tempo a disposizione tra il benestare della FIA,
arrivato in febbraio, e la data di svolgimento della
corsa (25 aprile), per evitare nuovamente l´ostracismo
dei costruttori, si decise di creare una chicane artificiale
con delle balle di paglia all'imbocco della curva sopraelevata
sud. Come potete immaginare la chicane resto intatta
solo pochi giri e i commissari di percorso non riuscirono
a ricostruirla completamente perché le balle
di scorta finirono presto. Conseguentemente, nell'inverno
1965-1966 la S.I.A.S.(Società Incremento Automobilismo
Sportivo) approvò la costruzione di due vere
e proprie chicanes all'imbocco delle curve Nord e Sud,
sul lato. Questi lavori aumentarono la lunghezza totale
del percorso di 100 metri. Molto strette tanto in entrata
come in uscita, avevano un cordolo di protezione lungo
tutto il perimetro di percorrenza decisamente alto e
pericoloso per le sospensioni e le gomme. Arrivando
dalla zona dritta la visibilità all'interno della
chicane era nulla per cui vennero installati due semafori
all'´imbocco delle chicanes per avvisare i piloti
di un possibile intasamento o incidente. Purtroppo il
disegno di queste due varianti è sparito anche
se ne viene conservata la superficie. In particolare,
la variante sud viene usata ancora oggi dalle scuole
di pilotaggio e guida sicura. Le chicanes erano le zone
predilette dagli spettatori perché avevano l´occasione
di vedere le macchine a velocità ridotta, che
frenavano e acceleravano in poche decine di metri, veramente
posti ottimi per scattare fotografie e godere di sorpassi
e staccate al cardiopalma. Per questo in occasione della
1000 Km e della 4 ore Turismo, venivano alzate due tribune
in ferro con panche di legno, su cinque o sei file,
all'interno delle chicanes della curva nord e sud. Per
arrivare alla tribunetta nord bisognava percorrere il
vialetto centrale dell'´autodromo e dopo il sottopasso
della pista Junior prendere un sentiero sulla sinistra
che portava direttamente a questa zona. Alla chicane
della curva sud si arrivava invece dal vecchio rettilineo
centrale o viale Mirabello grazie a una piccola stradina
sulla destra che conduceva all'inizio del settore sopraelevato.
In occasione della prima 500 miglia del 1957, venne
creata anche una nuova gradinata sull'ultima zona della
sopraelevata Nord, quasi in uscita (attenzione: la corsa
si disputò in senso anti-orario). |