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Nel 1967 la pista sopraelevata è sempre protagonista grazie alla prestigiosa 1000 Km. L'edizione di quell'anno propose il duello tra la Ferrari 330 P4 e l'avveniristica Chapparal, la vettura texana caratterizzata dall'alto alettone posteriore. Per un'ora, o poco più, fu un rapido duellare Ferrari-Chapparal che a vicenda passarono a condurre il veloce carosello delle 40 vetture. Poi l'originale modello americano dovette ritirarsi e la Casa italiana poté continuare a girare indisturbata. Le rosse vetture italiane si poterono perfino permettere il lusso di duellare fra loro. Purtroppo Scarfiotti e il suo compagno Parkes furono costretti, a un certo punto, a rallentare l'andatura per l'insorgere di un piccolo inconveniente che colpì la loro vettura. Dopo cinque ore e sette minuti dall'inizio della corsa, la Ferrari 330 P4 di Bandini e Amon (il "campione sfortunato") tagliò per prima il traguardo, precedendo quella di Scarfiotti-Parkes. Terza, ma prima della classe "sport prototipi fino a 2000 cc, si classificò la Porsche 910 di Gerhard Mitter e Jochen Rindt, astro nascente del mondo automobilistico mondiale. Assente la Ferrari, il tema dominante della "1000 km di Monza" del 1968 fu lo scontro fra le Ford GT 40 degli equipaggi Ickx-Redman e Hobbs-Hawkins e le Porsche 907 di Stommelen-Neerpasch, Siffert-Hernwnn e Mitter-Scarfiotti. In realtà si trattò di uno scontro impari, dal momento che le potenti 5 litri americane risultarono le più adatte al velocissimo tracciato brianzolo, tant'è che quando Jacky Ickx e Brian Redman, incontrastati dominatori della prima parte della gara, furono costretti al ritiro i loro compagni di squadra Paul Hawkins e David Hobbs non ebbero alcuna difficoltà a prendere, e conservare fino alla conclusione della '1000 km' la prima posizione. Le Porsche ufficiali furono costrette a sostare più volte ai box per guai di diversa natura e solo nelle ultime battute, quando la GT 40 di Hawkins e Hobbs si fermò per il normale rifornimento, la Porsche 907 di Stommelen e Neerpasch poté rosicchiare una manciata di secondi, riuscendo poi a sdoppiarsi proprio nell'ultima mezzora di gara, quando cioè la Ford rallentò prudenzialmente l'andatura. Quello che non era riuscito contro la Ferrari, riuscì finalmente contro la Porsche, e la Ford ebbe la soddisfazione di vincere per la prima e ultima volta, la prestigiosa gara di durata. Per le speranze di vittoria Ferrari del 1967 le premesse ci sono tutte. Due vetture potenti e veloci, quattro piloti (Amon, Andretti, Rodriguez e Schetty) di sicuro affidamento. Nonostante tutto questo la Rossa di Maranello non riuscì a concretizzare con una vittoria la sua supremazia nei confronti della Porsche. La colpa principale della "defaillance " della Casa italiana fu da ricercarsi nei pneumatici che non riuscirono a sopportare le tremende sollecitazioni a cui venivano sottoposti sull'anello ad alta velocità. E così le rosse vetture, in testa fin dalla partenza, dovettero ritirarsi davanti agli occhi di oltre 500 mila spettatori, una al 39° giro (Amon-Andretti) e l'altra al 67°. Via libera quindi alla Porsche che riscattò così la battuta d'arresto dell'edizione precedente. Di certo gran merito della vittoria della marca di Stoccarda andò allo svizzero Siffert che seppe impostare una condotta di gara molto accorta, lasciando "sfogare" gli avversari nella fase iniziale della corsa per poi "infilarli " quando si trovarono in difficoltà. A causa del cambiamento delle vetture, sempre più potenti e con pneumatici di maggiore sezione, la 1000 Km dal 1970 si disputò solamente sul circuito stradale. Il circuito completo cadde lentamente in disuso, utilizzato solamente per gare minori o rari tentativi di record. Ritorno' in vita, perlomeno una volta all'anno, dal 1978, grazie all'ideazione del Rally di Monza. Una competizione anomala ma di grande successo che seppur ridimensionata, e' ancora in vita ai giorni nostri. Da anni difatti e' l'evento che chiude la stagione agonistica dell'autodromo monzese e vede in pista nomi importanti del mondo dei Rally ma anche Motomondiale e del mondo della televisione. Un mix di agonismo e spettacolo che richiama ogni novembre migliaia di appassionati in autodromo. |
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